Vi racconto della bellezza
Una storia lunga
quarant'anni...

Per approfondire la connessione tra arte e scienza medica, il direttore artistico e curatore di numerose mostre internazionali Roberto Pantè, ha intervistato il Maestro Savio Marziani.

 

D: Da cosa nasce questa passione artistica che ti ha spinto a creare “Sculture Viventi”?

R: Sono figlio d'arte; mia madre era un'artista e a casa, vero salotto culturale, si vivevano esperienze artistiche e scientifiche che mi hanno permesso di sviluppare una forte sensibilità artistica e una spiccata consapevolezza del bello. I miei primi maestri, insieme a mia madre, sono stati famosi chirurghi e artisti della scuola napoletana che mi hanno fortemente ispirato nella modellazione dei corpi, gettando le basi per i miei studi universitari in ambito medico estetico. Da qui nasce il concetto di "sculture viventi", unendo le mie esperienze di vita alla conoscenza dei grandi maestri della scultura e dei pionieri della chirurgia plastica come Ivo Pitanguy e Guerrero Santos. Questa radice artistica, arricchita dagli incontri avvenuti negli anni '70 e '80 al City Hall Café con musicisti e avanguardisti come Andy Warhol, ha alimentato la mia sensibilità creativa e mi ha permesso di sviluppare uno stile unico nell'approccio alla chirurgia estetica.
Dopo aver completato gli studi, ho approfondito le mie esperienze in chirurgia in varie città del mondo. Ho trascorso lunghi periodi in Sud Africa, East London, dove mi sono specializzato in traumatologia e malformazioni oro-facciali; i miei maestri, pur non avendo nomi famosi, avevano un'enorme esperienza pratica. La mia formazione in chirurgia traumatologica e malformativa mi ha fornito una solida base per la mia pratica attuale.

D: Quali sono i tuoi canoni di bellezza e di estetica e come poter intervenire in chirurgia per ottenerli?
R: Il concetto di bellezza rappresenta un tema molto controverso. Spesso ci si trova a fare i conti con chi segue le tendenze e con chi, spinto dai media e dai social a raggiungere un'effimera perfezione, oltrepassa i confini considerati eticamente accettabili. Personalmente, ritengo che la bellezza risieda nell'armonia delle forme. Pertanto, l'aspetto più difficile da affrontare nel mio lavoro è interpretare i desideri e l'ideale di bellezza nascosti nei pazienti, al fine di trasformare quelle idee in un progetto armonico per il loro corpo.

D: Quali sono state le tappe da te percorse in Italia durante la tua carriera?
R: In Italia ho avuto la fortuna di lavorare in ottime strutture come la Seconda Università di Napoli, l’Ospedale Cardarelli e l’Ospedale San Leonardo. Durante la specializzazione, ho avuto l'opportunità di collaborare con realtà come l’Ospedale Monaldi, il Pellegrini e il Nuovo Loreto, che hanno contribuito in modo significativo al mio sviluppo professionale sul campo. Oltre agli anni di studio, corsi, master, specializzazioni e ricerche scientifiche, la mia competenza è stata arricchita anche dall'esperienza sul campo, attraverso numerosi interventi come primo operatore che mi hanno permesso di garantire qualità e sicurezza nelle cure. Ho da sempre creduto che i progressi di un chirurgo non derivino solo dai titoli, ma soprattutto dalla pratica e dall'esperienza, lavorando a stretto contatto con maestri esperti capaci di trasmettere la loro arte. Ritengo che la formazione di un team medico qualificato sia fondamentale e, per questo motivo, da anni opero all'interno di un gruppo di lavoro composto da specialisti in chirurgia plastica, strumentisti e anestesisti con cui ho consolidato una collaborazione di lunga data.

D: Non ami molto la pubblicità e che tipo di rapporti hai con i social network?
R: Ho sempre cercato di tenermi fuori da certe logiche, forse per timidezza, ma anche per il timore di essere contagiato da “mode” e “influenze”; la normalità è essere te stesso!

D: A proposito di Estetica Medica estrema ed esasperazioni, cosa ne pensi?
R: Ho sempre detestato le orrende plastificazioni. Mi impegno principalmente per migliorare l'aspetto fisico e ripristinare l'armonia delle forme, rispettando la fisionomia del paziente e cercando di combinare bellezza e naturalezza. Bisogna avere la consapevolezza del brutto e del bello, ma per questo sono necessari dei Maestri, la maggior parte dei quali sono professionisti qualificati nel settore. La bellezza non è una moda, ma una filosofia; amare la bellezza e inseguirla sono i veri segreti del successo di un chirurgo. Ogni intervento medico deve essere eseguito con scienza e coscienza, nel rispetto delle leggi e della deontologia; è fondamentale nel campo della medicina e della chirurgia estetica unire Scienza e Arte.

 
 

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